E' doveroso che dopo molte insistenze da parte di coloro che incontro sul mio cammino, vi esponga la mia idea di cosa debba essere il catarismo ai nostri giorni.
Essere catari significa credere in una filosofia che considera la nostra vita come un passaggio su questa nostra terra, noi non siamo di questo mondo che rappresenta a tutti gli effetti l'Inferno.
Trovo abbastanza inutile lo sforzo di alcuni che vogliono parlare a tutti i costi di una chiesa catara, di adesioni a rituali e di celebrazioni che portano ad un associazionismo che di cataro non ha nulla.
Fu già l'errore che commisero i nostri antenati quando vollero a tutti i costi creare una chiesa in contrapposizione di quella romana, creare una gerarchia, volendo a tutti i costi contrapporsi in modo reale ad un genere di affiliazione che poco aveva del catarismo delle origini.
Un catarismo che non parlava di Chiesa, ma eventualmente di casa ove ritrovarsi per svolgere insieme lo studio sulla conoscenza di se stessi e della parola di Dio.
Quindi per me il catarismo non cerca discepoli, al limite si pone in alternativa alla vita monacale dove il contatto con Dio deve essere la scelta primaria.
Quindi per tutti noi che seguiamo il cammino, ben vengano delle case catare, ma non si parli di nessuna chiesa, noi catari sappiamo che ovunque si crei una gerarchia nascono problematiche in cui alcuni si sentono superiori agli altri, mentre nel nostro caso è l'uguaglianza fra di noi buoni uomini che bisogna professare.
In fede e verità
Robert de Marselha |
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