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PREGHIERA CATARA
Padre Santo, Dio Legittimo degli Spiriti buoni,
Che non hai mai ingannato, mentito, ne errato,
Né esitato per paura della morte a discendere nel Mondo del Dio straniero
- Perché noi non siamo del Mondo né il Mondo è nostro --
concedi a noi di conoscere ciò che tu conosci e di amare ciò che tu ami.
Farisei ingannatori,
che state alla porta del Regno
ed impedite di entrare a coloro che lo vorrebbero, mentre voi non volete!
Per questo prego il Padre Santo degli Spiriti buoni,
Che ha il potere di salvare le anime
E, fa germogliare e fiorire per gli Spiriti buoni,
E a causa dei buoni dà vita ai malvagi e lo fara
finchè essi vadano nel mondo dei buoni.
Fino a quando non vi sara più Cieli Inferiori,
che appartengono ai Sette Regni,
nessuno dei miei Che sono caduti dal Paradiso,
da dove Lucifero li ha tratti con il falso pretesto che Dio non prometteva loro altro che il Bene,
Mentre il diavolo nella sua grande falsità prometteva loro sia il Male che il Bene.
E disse che avrebbe dato loro donne che li avrebbero amati moltissimo
e avrebbe dato signoria agli uni sugli altri,
E che vi sarebbero stati fra loro Re, Imperatori e Conti,
E Che con un uccello ne avrebbero catturato un altro e che con un'altra bestia idem.
Tutti coloro che si fossero sottomessi à lui,
discesi sarebbero e avrebbero avuto il potere di fare il Male e il Bene come Dio che sta in alto,
E che per loro sarebbe stato molto meglio essere in basso
che in alto dove Dio non dava loro che il Bene.
E così salirono su un Cielo di vetro e, appena vi furono saliti, caddero e furono perduti.
E Dio discese dal Cielo con dodici Apostoli e si adombrò in Santa Maria.
Padre Santo io ti prego di illuminare sempre il mio cammino, perchè io non cada preda degli empi.
In qualità di Cataro, ex Templare e monaco cistercense, mi rendo conto che niente è separato dal resto, il concatenamento che si esprime vivendo in più vite, fa capolino ogni volta e ci da modo di sanare i nostri errori.
La Concezione di Catarismo in questo nostro mondo di oggi, deve essere considerata un richiamo ai veri valori dell'uomo.
Ora che ci troviamo all'alba di questo Terzo Millennio, è giusto che ognuno di noi si adoperi per informare coloro Che sono più giovani del reale "genocidio" è che stato perpetrato nei secoli a danno di coloro Che predicavano la Parola di Gesù.
Il Cristianesimo deve essere rivisitato, dando ampio spazio anche a quelli che sono stati considerati "eretici" dalla religione dominante.
Il singolo fatto che tuttora si continui a raccontare solo una parte della storia, alienandone altre parti salienti è testimonianza della volontà di inficiare la verità.
Sarebbe molto meglio concedere, a coloro che crescono, La possibilità di rivisitare ogni tipologia di Credo esistente, lasciando poi all'individuo che raggiunge la maturità, la libertà di scelta di aderire a ciò in cui ognuno si sente più in sintonia.
Oggi è il bambino che viene in qualche modo coptato dalla dottrina dominante con il catechismo: radicando in lui che ha estrema sete di sapere, dei concetti che gli creeranno da adulto non pochi dubbi ai quali potrebbe poi avere difficoltà a rispondere.
Concettualmente si potrebbe considerarla a tutti gli effetti una azione di "plagio".
È facile convincere una mente inesperta ed ingenua ad assorbire concetti di parte fuorvianti: per un bambino il Paradiso può essere fonte di fantasticherie piacevoli, ma l'Inferno, diventa fonte di incubi e problematiche che possono influire sulla sua reale capacità di crescita.
Noi ci lamentiamo dei mali della nostra società e non riusciamo a capire che siamo figli dei nostri tempi: se non vogliamo un conflitto di civiltà, (ma è veramente quello che si vuole?)
Dobbiamo dare a tutti, sin dalla più tenera età, degli obiettivi che portino a considerare nessun culto migliore o superiore ad un altro; é necessário mettersi una mano sulla coscienza e darsi da fare affinchè i conflitti diminuiscano e si arrivi ad uno Stato di pace totale pur conservando ognuno la proria identità e le proprie tradizioni.
Quindi sono propenso uno credere che dovere dei Governi, sia introdurre nei primi anni di scuola l'ora di religione in senso globale, tenuta non da persone di parte ma da individui che riescano a trascendere la loro appartenenza e, abbiano la voglia di spiegare correttamente ogni culto religioso, approfondendo di ognuno le qualità ed i difetti.
Mi viene da sorridere quando la Chiesa romana invoca il diritto che tutti gli esseri umani devono essere considerati alla stessa stregua: milioni di bambini muoiono nel mondo per la fame e la malattia e si viene pregati di intervenire; bene, sono d'accordo, ma desidero che coloro che si ergono a paladini di queste richieste diano il buon esempio.
Svestitevi di tutti gli orpelli che possedete, vendete i tesori di cui avete la proprietà, dimostrate con i fatti e non solo con le parole che siete pronti ad aiutare chi ha bisogno.
Noi Catari, questo problema non lo abbiamo, non possediamo nulla in eccesso: dedichiamo il nostro tempo, nel modo che riteniamo più adeguato, ad informare e rendere cosciente l'Umanità che Dio è Buono; e che ciò che ci circonda è solo opera dell'uomo e non addebitabile alla Divinità.
Un'ultima cosa, la Chiesa ha chiesto perdono a tutti coloro che sono stati fatti oggetto di persecuzione, omettendo impropriamente di chiederlo anche ai Catari: considero questo comportamento, oltraggioso ulteriormente, per tutte quelle povere anime che sono finite sui roghi; è giunto il momento di ammettere che stolta fu la visione di coloro che perpetrarono quelle atrocità e, ridefinire, una volta per tutte, l'atteggiamento nei confronti del Catarismo, riammettendolo a giusto titolo come una delle correnti del Cristianesimo apostolico delle origini.
Robert de Marselha
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LA RELIGIONE CATARA
I Catari sono dei Cristiani, il Catarismo è quindi da intendersi come una Religione: il Catarismo è una visione diversa del Cristianesimo e non deve essere considerata come un movimento eretico o dissidente.
La Religione Catara deve essere considerata come una delle correnti religiose del Cristianesimo.
E questo deve essere per tutti voi che leggete un punto fermo.
Quindi Catarismo alla stessa stregua e con medesimo titolo del Cattolicesimo, della Chiesa Ortodossa, del Protestantesimo e di tutte le Chiese Evangeliche e Battiste.
Mi piace in questo caso attingere da un articolo di Bertrand de La Farge che analizza in modo appropriato i significati di queste origini: non in modo storico propriamente detto, ma definendosi come un pellegrino che si muove sul terreno di una ricerca spirituale.
In questo nostro XXI secolo, l'umanità continua ad essere agitata e messa in pericolo da numerosi integralismi, ma sono molti gli umani che vogliono invece pace e serenità.
Il Catarismo è sempre più pertinente in questi nostri tempi in cui è difficile rinunciare a ciò che si possiede: il Catarismo è portatore di un Ecumenismo che già sorpassava i valori del Cristianesimo originale fin dal XII secolo, dove Gioacchino da Fiore metteva in evidenza i contatti avuti tra Catari e Saraceni per avviare rapporti di amicizia fra le due professioni di fede.
Noi dobbiamo considerare che se Dio è Uno, manifestato in ogni Religione, occorre porgersi la mano tra rappresentanti di ogni Credo e mettere a tacere gli integralismi che nulla hanno da spartire con la vera fede.
Il Catarismo oggi deve nuovamente trovare il suo giusto spazio nella nostra società: occorre mettere in rilievo i suoi valori che predicano e praticano il Bene.
Se noi prendiamo in considerazione le parole con cui lui stesso, Guglielmo Bélibaste, uno degli ultimi “Perfetti” catari occitani, amava definirsi: “ noi ci chiamiamo Buoni Uomini, Buoni Cristiani e Amici di Dio, seguiamo la via e la vita degli Apostoli, non facciamo mai il Male ma perseguiamo lo scopo del Bene.”
Come ben sapete, il termine “perfetto” è errato perché nessun Cataro avrebbe osato usarlo, visto che l'imperfezione regna in questo nostro mondo: loro amavano definirsi “Puri”, visto che lo scopo della loro vita era raggiungere quella purezza tanto agognata.
Ma analizziamo innanzi tutto questo termine “Amici di Dio”, in Bulgaria questo concetto si traduce nel termine “Bogomilo”: da qui la tradizione di adottare nei paesi slavi questo termine per definire i Catari; errore poi ripreso dagli storici per definirne l'origine, ma i Catari non derivavano dai Bogomili.
Se prendiamo in considerazione sempre lo stesso termine in Greco, questo diventa “theofile”: esso viene adottato due volte nel Nuovo Testamento e precisamente nel Vangelo di Luca.
“Ho scritto il mio primo libro, o Theofile, al soggetto di tutte le cose fatte da Gesù e insegnate fin dall'inizio”.
Theofile non è quindi un nome e i greci del tempo avrebbero letto il termine corretto che significa “amici di Dio”: in effetti, la lingua originale del Nuovo Testamento era il greco e non il latino.
Se noi prendiamo le parole dei Vangeli letteralmente, avremo quindi un testo così sviluppato:
“Molti compagni hanno intrapreso la scrittura della storia degli avvenimenti che sono accaduti e dei quali abbiamo concordato la verità fra di noi: questo dopo aver valutato le parole di coloro che erano presenti ai fatti e ne erano divenuti Ministri del Verbo; io stesso ho creduto, miei cari Amici di Dio (Theofile), che dovevo scrivere di questi avvenimenti in ordine cronologico.”
Nell'altro scritto Luca riprende con queste parole:
“Ho scritto questo mio primo libro, o Amici di Dio (theofile) su tutte le cose che Gesù ha fatte ed insegnate, dal principio…….”
Concludendo poi con l'ingiunzione di non disperdersi o allontanarsi da Gerusalemme, perché Gesù sarebbe venuto da loro e avrebbe compiuto la promessa del Padre: dato che Giovanni aveva battezzato con l'acqua ma che loro avrebbero ricevuto il battesimo dello Spirito Santo. (Atti 1,1-5)
ECCOVI QUINDI ESPOSTO UN MODO PER CUI IL SIGNIFICATO CAMBIA A SECONDA DI COLUI CHE LO TRADUCE O LO TRASCRIVE.
Parliamo ora della conquista della purezza:
“Io sono il Cammino, nulla giungerà fino al Padre se non attraverso Me.” (Vangelo secondo Giovanni)
Il cammino che ha tracciato Gesù durante la sua vita, è quello della Conquista della Purezza, il cui raggiungimento è la Perfetta Conoscenza : quel Pane “supersubstanziale” che ha nome Amore.
Gesù, secondo Giovanni, sottolinea l'importanza per i Cristiani, della Conquista della Purezza sempre più spirituale.
Bisogna rendersi “puri” per ottenere la Perfetta Conoscenza :
“Voi siete “puri” in ragione della Parola che Vi ho annunciata”(Giovanni 15, 3)
“è attraverso l'acquisizione di questa Purezza che gli uomini si avvicineranno a Dio: felici saranno coloro i quali possiedono un cuore “Puro”, perché vedranno Dio!” (Matteo 5, 8)
Dobbiamo quindi renderci conto di come l'accento a questa “Purezza” sia ampiamente ribadito in tutto il Nuovo Testamento.
La cosa veramente importante è che se noi facciamo sempre riferimento al testo greco, il termine “puro” si traduce “katharo”:
vi rendete conto ora di come la storia ampiamente rimaneggiata possa condurre ad errori macroscopici?
Curiosamente i teologi hanno scavalcato questo termine, attribuendo il significato di cataro alla parola latina “catus”, il gatto.
In effetti i Catari durante la persecuzione attuata nei loro confronti, furono accusati di pratiche zoofile con i gatti.
Quindi il termine “cataro” racchiude in se l'alto valore di cristiano visto che si riferisce alla persona di Gesù stesso, il “puro”.
Purezza, Purificazione, essere Puro, rendersi “puro” come Gesù, “cataro”, dove è la traccia di eresia in questo vocabolo?
Il Cristianesimo è una delle Vie offerte a l'Uomo per raggiungere il compimento del proprio Dovere e, questa Via comprende indubitabilmente questo elemento.
Questo passaggio attraverso la Purificazione apre l'accesso a questa conclusione che, lo stesso San Paolo chiama Perfetta Conoscenza e che i Cristiani catari dicono di raggiungere con il Battesimo dello Spirito.
Se fossero obiettivi, gli stessi teologi cattolici potrebbero affermare che questo termine fuoriesce ampiamente dalle Scritture.
L'idiozia, vogliate perdonarmi il termine, è che oggi, vi sono ancora alcuni storici che fanno derivare il termine “cataro” dal latino “catus”: la ragione della perseveranza in questo errore è che permette di dimostrare che il Catarismo, nulla ha a che fare con i Vangeli; che si tratta di un micro fenomeno di breve apparizione e di minore importanza, che potremmo definire asociale e dannoso, dal quale è stato necessario difendersi nel periodo tra l'anno 1000 ed il 1500.
Quindi è accettare e legalizzare tutte le persecuzioni di cui è stato fatto oggetto, negando a priori che esso sia potuto arrivare ai giorni nostri.
Invece, noi affermiamo che l'idea di Catarismo è tuttora vivente e ben inserita nell'integralità delle Scritture Cristiane: inoltre vi è stata questa presenza anche nei secoli precedenti all'anno 1000 attraverso correnti cristiane che praticavano questa visione di Cristianesimo.
Oggi che i roghi per nostra fortuna non esistono più, almeno in questa nostra società che definiamo “civile”, possiamo asserire con una certa libertà che disponiamo di tutti i documenti necessari, la Bibbia in particolare, per comprendere il contenuto, le ragioni, le interpretazioni, la portata, la curabilità e l'attualità di queste idee.
Nonostante i mezzi che sono stati impiegati per distruggere, in modo massiccio, i documenti storici che testimoniavano di questa corrente del Cristianesimo chiamata Catarismo, qualcosa è giunto sino a noi anche attraverso gli scritti dell'Inquisizione che guidava la crociata contro i catari: se pochi possono considerarsi questi reperti, essi sono tuttavia una prova di quello che si è voluto far scomparire in quei tempi per continuare ad avvalorare le proprie teorie.
E per fare pensare ulteriormente coloro che aspirano alla verità, ribadisco che nelle Scritture del Nuovo Testamento che inizialmente erano redatte solo in greco, la radice “kathar”, associata indiscutibilmente alla nozione di Purezza, è utilizzata ben 136 volte.
È giunto comunque il momento di puntualizzare un altro aspetto della Religione Catara: in principio il catarismo fu semplicemente opera di predicatori itineranti che non facevano capo ad alcun gruppo veramente definito.
La storia ufficiale, se facciamo riferimento alla cronologia del Centro di Studi Catari Francese, riferisce che il Catarismo fa la sua apparizione nella Cristianità occidentale alla metà del XII secolo e questo è vero solo in parte.
I Catari sono ben presenti già precedentemente, visto che alcuni roghi datano già di prima del 1100: possiamo definire con assoluta certezza che la morte di Bernardo cambia il loro modo di operare che si rivela al mondo in tutta la sua interezza.
Il Catarismo condanna la Chiesa romana e la sua gerarchia di non rispettare gli ideali di Gesù, invocando allo stesso tempo un ritorno al modello di Chiesa dei primi tempi del cristianesimo.
Analizzando a fondo questo concetto, si può vedere che i Catari sono anche i precursori di quel cambiamento che viene effettuato nella Chiesa romana prima dall'Ordine Cistercense e poi in seguito dagli Ordini Mendicanti.
I Catari si considerano come i soli veri discepoli degli Apostoli, praticando come loro la povertà assoluta e lavorando con le loro mani per vivere.
I luoghi dove troveranno migliore accoglienza sono il Midì della Francia e le città del Nord e del Centro della penisola italica.
In queste regioni, i “Buoni Uomini” o “Buoni Cristiani” si organizzano in comunità di uomini e donne diretti da degli anziani o da diaconi : agglomerando in questo modo più comunità, si viene a creare una diocesi o Chiesa Catara che avrà alla sua testa un vescovo.
La realtà è che a causa del contrapporsi con la Chiesa romana, i Catari della seconda fase, non trovano altro modo che organizzarsi gerarchicamente come i loro oppositori.
È a mio giudizio l'errore che li porterà ad essere sterminati.
Bernardo che aveva capito quali rischi essi correvano aveva operato per renderli invisibili, comprendendo che solo in quel modo essi avrebbero potuto sopravvivere.
Verso la fine del XII secolo le Chiese Catare sono nel numero di quattro: Albi, Tolosa, Carcassonne, Val d'Aran; nel secolo successivo non viene più menzionata quest'ultima e si costituiscono quelle di Agen e Razès.
Tutte queste Chiese sono indipendenti e non riconoscono alcuna autorità centrale.
Comincia così il periodo delle persecuzioni che porterà poi nel 1209 alla vera e propria “crociata” contro gli Albigesi indetta da Papa Innocenzo III: una guerra che durerà in pratica venti anni ed a cui farà seguito, per sradicare completamente il Catarismo, l'istituzione dell'Inquisizione; organo affidato all'Ordine dei Domenicani di cui tanto avranno a dolersene le popolazioni nei secoli successivi.
Per Roma i Catari sono da considerare alla stregua degli infedeli (Ebrei e Musulmani): perché, pur essendo Cristiani, interpretano in modo differente certe credenze e soprattutto contestano la dottrina dei sette sacramenti che i teologi cattolici hanno fissato ai primi del XII secolo.
Per riassumere una ennesima volta il loro Credo, affinché voi siate in grado di comprendere il loro messaggio, vi ricordo che il loro Dualismo deriva dall'interpretazione dei messaggi delle Scritture che essi portano all'estremo.
Essi formulano la credenza dell'esistenza di due mondi, uno buono e l'altro malvagio: il primo creato da Dio stesso è il mondo invisibile al quale appartengono gli Angeli; il secondo visibile e corrotto è opera del Diavolo.
In questo Credo troviamo il desiderio di esonerare Dio dal Male esistente nel mondo materiale.
Noi quindi siamo stati creati dall'angelo decaduto che ha inserito nei nostri corpi gli angeli che lo avevano seguito nella scelta: quella del peccato di orgoglio nei confronti di Dio desiderando di emulare la sua potenza.
Gesù è solo un messaggero inviato a rivelarci di questa nostra parte celeste, egli non ci redime da nessun peccato, ci mostra solo la via con la quale possiamo recuperare la nostra origine perduta.
L'unico sacramento riconosciuto dai Catari è il Consolamentum, o battesimo impartito con l'imposizione delle mani operato da Gesù.
È da considerarsi come un sacramento di ordinazione se ricevuto in vita da un credente cataro, perché trasforma anche il solo simpatizzante in un “puro”: in pratica la persona che lo riceve, sia essa uomo o donna deve rispettare una regola che prevede la pratica dell'ascesi, della castità, della povertà, astinenza da qualsiasi cibo a base di carne e l'interdizione a giurare, mentire ed uccidere.
I Catari inoltre considerano come inefficace il battesimo dell'acqua che i preti cattolici conferiscono ai nuovi nati, essendo essi incapaci di intendere quale è l'impegno che esso comporta.
Contestano il sacramento dell'eucarestia rifiutando il concetto di trasubstanziazione, ovvero della trasformazione di pane e vino in carne e sangue di Gesù.
Preferiscono ricordare l'ultima Cena di Gesù benedicendo il pane prima di consumare il loro pasto quotidiano insieme ai fedeli.
Riguardo poi al matrimonio, esso è una legittimazione dell'unione carnale tra uomo e donna, tendente ad una procreazione: lo stesso viene rifiutato perché implica l'imprigionamento di una ulteriore anima in questo Inferno terrestre allunga in modo ulteriore il termine ultimo a cui faceva riferimento Gesù.
Una nota importante è il rifiuto della mediazione dei santi, del culto delle reliquie e dei morti (offerte e messe per i defunti):essi affermano che è fondamentale il loro comportamento nei confronti di coloro che sono in vita e non le preghiere per coloro che si sono disincarnati.
Facendo riferimento alla prima Chiesa degli Apostoli, i Catari hanno come loro unica preghiera il Padre Nostro e la confessione diviene un atto pubblico durante le loro riunioni.
Un particolare, quello della confessione, che non veniva adottato dai Catari della prima ora, che consideravano Dio sempre presente nella propria vita e quindi a conoscenza totale delle loro eventuali malefatte.
In quanto ai luoghi di culto, per i Catari essi non esistono, seguendo gli insegnamenti di Gesù, ovunque essi si radunino in suo nome egli è presente e di conseguenza non c'è la necessità di erigere alcunché: una casa, un prato, un bosco…. possono venire bene alla bisogna.
Si è cercato di associare più volte il Graal con i Catari ma essi non vi credettero mai, sapevano che Gesù non era morto in croce e, che il Graal non era altro che Lui stesso.
Nello stesso modo essi non rispettavano la croce e se vogliamo essere precisi non è mai esistita una vera “croce catara”: a torto si è attribuita alla croce di Tolosa questo valore, ma i Catari avevano come loro unico simbolo la colomba che rappresenta il Santo Spirito; dicevano che il solo luogo sacro era il cuore di ognuno ove risiedeva l'Anima.
I Catari negavano l'esistenza dell'Inferno perché ritenevano che esso fosse questa terra: rimproveravano a Roma di avere inventato questo Inferno immaginario ed il Purgatorio, con lo scopo di spaventare gli uomini per meglio controllarli.
Oltretutto, promettere di continuo l'Inferno alle anime malvagie equivaleva a dare una formidabile forza al Diavolo, comparabile a quella di Dio e di conseguenza essere a loro volta, dualisti.
Questo non poteva piacere alla Chiesa di Roma che si sentiva ritorcere contro l'accusa che lei imputava agli stessi Catari.
Ricordiamoci anche che a quel tempo la messa era obbligatoria.
Il Catarismo non deve quindi considerarsi un'eresia, ma una sorta di rivoluzione culturale, un ritorno alla sorgente.
In quei tempi l'anticlericarismo è dovuto anche alle circostanze ambientali: nella Chiesa di Roma si da credito alle ricchezze, alle apparenze dorate, al potere temporale, mentre il popolo muore di fame e fatica a tirare avanti.
Pensate che in Occitania, fu il clero stesso dei piccoli paesi ad aderire al Credo Cataro e lo seguirono anche molti monaci che ritenevano la cristianità romana deviante, rispetto alle prime comunità cristiane.
Catari divennero prima coloro che avevano un minimo di istruzione, le categorie dominanti: quali l'aristocrazia feudale del tempo che riteneva vessatorio l'atteggiamento della Chiesa di Roma nei confronti di una crescita culturale più libera e fatta di scambi fra i vari popoli.
La pretesa era che lasciando il più delle persone nell'ignoranza, si potesse esercitare abilmente il potere nel confronto degli stessi.
La società Occitana, invece, pretendeva di dare l'istruzione alla moltitudine, accettando ogni forma di cultura e non a caso in quel periodo cominciò a fiorire l'espressione più colorita dell'arte poetica che fu quella dei Trovatori.
I Catari, predicatori itineranti, erano d'altronde avvantaggiati dal fatto che parlavano la lingua dei luoghi, e non il latino che era per il clero la lingua in cui si esprimevano i riti.
L'occitano rimane anche oggi una lingua cantata, con incanti e seduzioni che facilitano l'ascolto: così, le trame e i racconti dei Vangeli diventavano quasi delle fiabe per il popolino e gli permettevano anche qualche fantasticheria in un mondo dove la guerra era il concetto principe e la conquista il fine ultimo.
Robert de Marselha
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LA FILOSOFIA CATARA
Non è facile parlare di filosofia nel fenomeno Cataro ed il perché è molto semplice: l'origine di questo movimento deve essere collocata molto più indietro nel tempo di quella che viene catalogata dalla maggioranza degli storici.
Molti di voi che leggeranno queste righe, possono non trovarsi d'accordo con la tesi che vado ad esporvi, ma la Storia è fatta si con precisi riferimenti, ma sappiamo benissimo che ne esiste un'altra parallela che si basa esclusivamente sui si dice e su una tradizione orale che molti rifiutano di ascoltare.
Quindi, condivisibile o no, questa ipotesi è un po' un misto di parole raccolte nel vento ed una citazione di persone che hanno dedicato al fenomeno Cataro, tutta la loro vita.
Il Catarismo è a tutti gli effetti una corrente del cristianesimo antico, o se preferite, delle origini.
Cristianesimo che nasce in quel famoso giorno in cui sugli Apostoli discende lo Spirito Santo.
E così avrebbe dovuto rimanere se l'opera degli uomini non avesse inficiato questa origine “pura”.
Quando Gesù dopo la crocifissione ritorna in Europa, trasferisce con se la conoscenza di cui era portatore, la sua linea cristica verrà soprattutto acquisita dall'elite di quel movimento druidico che popolava il Sud dell'attuale Francia.
Questa miscellanea di riti e conoscenza sarà senza dubbio alcuno, e permettetemi questo assolutismo, all'origine di quello che in seguito verrà chiamato Catarismo.
Ma proseguiamo nel racconto ed arriviamo a San Patrizio che lascia il monastero delle isole di Lerins e si trasferisce in Irlanda, allo scopo di portare l'evangelizzazione in quei territori.
Questa la versione ufficiale che ne da la Chiesa di Roma, ben altro è lo scopo di questo uomo che è a conoscenza della tradizione orale che si trasmetteva nei luoghi da lui frequentati e che ben parlava di colui che chiamato Gesù era venuto ad abitare sulla costa del continente europeo.
I Druidi stessi parlavano di un iniziato che veniva dal mare e che aveva frequentato uno dei loro massimi esponenti per lungo tempo, apprendendo ed integrando i due insegnamenti in uno solo.
San Patrizio, arrivato in Irlanda, si rende subito conto che la lontananza da Roma di quei luoghi, può facilitargli di molto il suo compito: per Roma l'aspetto della sua opera deve apparire come una facile evangelizzazione di quelle genti, a lui invece importa comunicare la conoscenza di questa tradizione orale fino ad allora sconosciuta dalla classe religiosa celtica irlandese.
È uno dei momenti in cui avviene la sovrapposizione delle ricorrenze cristiane a quelle celtiche:
si rivela un metodo molto efficace per trarre in inganno la Chiesa di Roma.
In effetti la Festa diventa un modo per accomunare questi eventi e questo favorisce il trasferimento in altre vesti, quelle monacali di tutta o quasi la classe Druidica dell'epoca.
I monaci convertiti integrano nelle loro celebrazioni, gli antichi Dei con i nuovi Santi ed a Roma tutto questo passa come un gran successo di riuscita evangelizzazione.
Passa il tempo e dal 950 in poi cominciano le predicazioni in giro per l'Europa di personaggi che assai estranei a quello che potremmo definire una continuazione del manicheismo predicano una dottrina, anche se mi rendo conto che questo termine sia abbastanza non consono, che ci riconduce alle parole del Vangelo escludendo a priori l'antico Testamento che secondo loro è opera di un Dio malvagio.
Per questi uomini, che tra di loro si chiamano “Buoni uomini” o “Buoni cristiani”, vige il concetto che la Terra sia l'opera di una Entità malvagia che nulla ha a che vedere con il Dio Buono che abita i Cieli, che il corpo dell'uomo sia soltanto un involucro terreno, un contenitore per il passaggio che gli Spiriti devono compiere per espiare ai loro errori.
È il concetto di Reincarnazione che molto similmente fa riferimento alla tradizione orientale, ma che è innegabilmente di estrazione occidentale.
Sono uomini che comunque non hanno un legame diretto fra di loro, siamo in quello che oserei definire il tempo delle origini del Catarismo, dove la fede è predicata in modo spontaneo e lungi dall'essere organizzata.
Questa è a mio parere l'espressione massima di questa corrente cristiana che non possiamo definire come una Chiesa.
I concetti espressi da questi “Buoni Uomini” sono molto semplici e di facile assimilazione da parte di una popolazione che a malapena riesce a sopravvivere.: parlo naturalmente dei poveri, di coloro che sono oppressi non solo da un regime feudale, ma anche da una Chiesa che molto chiede e poco da.
La loro predicazione favorisce in modo chiaro il risorgere della coscienza da parte di gruppi di monaci che pur facendo parte del clero cattolico, comprendono che il comportamento della classe dirigente della Chiesa di Roma è in aperto contrasto con la dottrina apostolica.
Moralità ed Etica, mancano totalmente negli atteggiamenti dei rappresentanti del clero romano.
Ed è allora che nell'ambito del monachesimo esistente avviene una spaccatura che darà poi origine ad un nuovo Ordine che spopolerà in tutta Europa, parlo dell'Ordine Cistercense e di quella grande figura che sarà San Bernardo.
La Chiesa di Roma potrà pure negarlo, ma una operazione di salvataggio dei “Buoni Uomini”, così come fu condotta dall'Ordine Cistercense, ha ben pochi paragoni nella storia.
Artefice di tutto questo l'abate Stefano, detentore del “Grande Segreto” custodito nella tradizione orale, che convincerà ad entrare nell'Ordine il giovane Bernardo e molti dei suoi parenti.
Bernardo che in un tempo successivo, il 1118, fonderà e costituirà in Seborga, quel gruppo di nove cavalieri di cui farà parte anche un suo zio e che determinerà la nascita del braccio armato dell'Ordine Cistercense nomato “Poveri Cavalieri di Cristo”.
Un Ordine che erroneamente verrà accomunato dagli “storici” con il termine “Templare” che farà la sua apparizione solo durante il concilio di Vienne, dove il Papa, proferendo la condanna dell'Ordine, dirà le seguenti parole:”visti gli orrendi crimini di cui siete stati accusati, non avete più il diritto ad essere chiamati “Poveri Cavalieri di Cristo” ma da ora in poi verrete chiamati spregevolmente Templari”.
Di conseguenza, nulla di onorifico nel vocabolo “Templare” ma piuttosto l'inverso.
I Catari, quindi fino al 1153, anno in cui muore Bernardo, beneficeranno di un trattamento di assoluto favore, andando ad integrarsi nei monasteri cistercensi in qualità di conversi, sfuggendo così alle persecuzioni operate dalla Chiesa di Roma.
Sono loro che custodi di tecniche segrete venute dall'oriente, che daranno luogo a quella trasformazione architettonica che erroneamente sarà poi attribuita ai “Templari” ma che vede la sua origine in questi “Buoni Uomini” i quali con le loro maestranze daranno poi origine alla Société de Compagnonnage.
La quale esiste tuttoggi e si chiama “Les Compagnons du Tour de France”, che data le sue origini certe con il “Livre des métiers” pubblicato nel 1268.
È solo con la morte di Bernardo, che verranno meno le protezioni dell'Ordine Cistercense ai Catari, a parte qualche rara eccezione.
Il Catarismo, a quel punto, prenderà la via che lo porterà al suo quasi totale annientamento:
si costituirà in gerarchia ecclesiastica, prendendo esempio dalla Chiesa di Roma e pur mantenendo l'ideologia delle origini, darà luogo a diverse professioni di fede con concetti differenti le une dalle altre.
Questo era quello che aveva sempre temuto San Bernardo, che sapeva che la sopravvivenza dei Catari era anche legata alla assoluta impossibilità di collocarli in una sede fissa dove trovarli e quindi attaccarli per distruggerli.
Fedeli al patto stretto a Seborga tra San Bernardo ed il rappresentante della comunità catara, rimarranno i “Poveri Cavalieri di Cristo” che rifiuteranno ogni azione di guerra durante la Crociata contro gli Albigesi che avrà luogo dal 1208 in avanti.
Questa può anche essere considerata una delle conseguenze che poi dovranno subire gli stessi negli anni a venire attraverso le accusazioni che porteranno allo scioglimento da parte della Chiesa Cattolica di questo Ordine.
Ed ora dopo avervi, mi auguro, un po' schiarito le idee sulle origini del Catarismo, avremo modo di analizzare un po' più in profondità la sua Filosofia.
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LA CROCIATA CONTRO GLI ALBIGESI
L'Occitania, terra ove si parlava in quei tempi la lingua d'Oc, con la quale Dante avrebbe amato scrivere la sua “Divina Commedia”, ha visto la sua cultura e la sua singolarità ridotte in cenere in pochi anni a causa dell'invasione dei guerrieri venuti dal Nord della Francia e dell'Europa.
Avevano una croce cucita sulla loro tunica, e tutto questo è stato ormai 800 anni fa: un problema religioso che fu in seguito trasformato in un atto politico per annettere la ricca Occitania al Regno di Francia.
Era la prima volta che una crociata era decretata contro un territorio cristiano.
Per comprendere agevolmente la situazione, è necessario che precisiamo il contesto in cui si svolsero i fatti: ovvero l'Occitania feudale.
Alla disgregazione dell'Impero Carolingio, di cui l'Occitania era parte integrante, l'opera centralizzatrice di Carlomagno si frammenta in tanti piccoli Stati.
I governatori di queste province ( Marchesi, Duchi, Conti…) dispongono, allora, di una autonomia di fatto.
Inoltre, dopo il capitolo di Quierzy, nel 877, questi governatori sono autorizzati a trasmettere il titolo alla loro discendenza: divengono così signori ereditari delle loro terre, è l'inizio del Feudalesimo.
Il Re di Francia, anche se è il sovrano di tutte queste province, non ha più il controllo, ne il potere reale sui suoi grandi vassalli e il suo dominio effettivo alla fine del XII secolo non rappresenta che i territori dell'Ile de France et l'Orléanais.
Nel Mezzogiorno della Francia, il signore più influente è il Conte di Tolosa: la sua contea, creata da Carlomagno nel 778 è uno Stato ricco e potente, Tolosa nel 1200 è la terza città d'Europa dopo Roma e Venezia.
Il Conte Raymond IV di Tolosa ( detto Saint-Gilles ), d'altronde era uno dei grandi cavalieri cristiani che aveva diretto la prima crociata nel 1096.
Questa potente dinastia dei Conti di Tolosa, gestisce un ampio territorio che si estende da Marmande a Arles e da Foix a Rodez: in pratica equivalente all'attuale Sud-Ovest della Francia, esclusa l'Aquitania, facente parte in quei tempi del dominio inglese.
La dinastia Raimondina è quella, dunque, più titolata del reame francese.
Il principio piramidale del feudalesimo in Occitania è molto complesso: il Conte di Tolosa è il vassallo di più sovrani, il Re di Francia, il Re d'Inghilterra, l'Imperatore di Germania e il Re di Aragona.
Lui stesso ha dei vassalli i cui più importanti sono: il Conte di Foix, il Conte di Comminges e soprattutto la potente dinastia dei Trencavel, maestri delle Viscontee di Carcassonne, di Béziers, d'Albi e del Razes.
Questa situazione crea dei rapporti feudo-vassallici molto tesi, dato che ciascun signore vuole sempre acquisire più potere rispetto agli altri.
In quel tempo, dal punto di vista culturale e sociale, il Mezzogiorno della Francia ribadisce la propria unicità.
Dopo le invasioni barbariche del V secolo, la regione aveva saputo salvaguardare una certa “romanità” in rapporto alla Francia del Nord, molto più marcata da un'impronta di tipo germanico.
Dobbiamo inoltre aggiungere, che i signori del Midi sono a contatto con la cultura ispanico-araba dal VIII secolo.
Il paese di cui stiamo parlando è quello dei “ troubadours” che cantano “ l'Amor cortese” in un Sud più aperto e tollerante del Nord.
Le città e le campagne prosperano, il commercio è fiorente e si sviluppa in direzione delle grandi città dell'Italia, Genova e Firenze: ma anche con l'Oriente dove i Conti di Tolosa possiedono il feudo di Tripoli.
Il porto di Saint-Gilles, ha un valore importante nei traffici del mare Mediterraneo.
È in questo contesto che una nuova “chiesa” cristiana si sviluppa:
il Catarismo.
Il successo di questa “eresia” è spiegato dall'iniziale tolleranza della civilizzazione meridionale che arriva ad integrare i non-cristiani, tali gli Ebrei ed i Musulmani, considerati inizialmente come soggetti abitanti la Contea e di conseguenza uguali gli uni agli altri.
È la nozione importante di “Paratge”: onore, tolleranza, cortesia sono ancora delle nozioni che hanno poco riscontro nel Nord del Regno.
In più, il basso clero del XII e XIII secolo si rinchiude nelle sue abbazie ed i vescovi hanno perso l'ideale di povertà promosso dal Cristo stesso.
Le critiche verso la Chiesa di Roma diventano sempre più numerose e la semplicità della dottrina catara ottiene ampio ascolto presso le genti del Languedoc, siano esse semplici o nobili.
Vedendo l'eresia progredire in modo eccezionale ed il pericolo che essa rappresenta per la legittimità dei suoi privilegi, la chiesa di Roma decide di reagire in un primo tempo con la predicazione.
È il 1145 quando Bernardo di Clairvaux tenta un approccio nei confronti dell'ala intransigente del Catarismo del tempo attraverso il dialogo, ma è un fallimento totale visto anche l'atteggiamento di questa “chiesa catara” creata ad immagine e somiglianza della chiesa romana.
Un errore che costerà loro caro e che avrebbe spento per sempre quella fiamma se altri non avessero contribuito alla sua salvezza.
Vi ricordo a tale proposito la lettura del miei libri, “Gesù la verità svelata” ed “Un Cataro del III millennio” in cui viene spiegato il vero ruolo di Bernardo Abate di Clairvaux, della nascita dell'Ordine Cistercense, della creazione dell'Ordine dei Poveri Cavalieri di Cristo e del fatto che i Catari della prima ora siano ormai in quel tempo stati salvati in qualità di conversi nei monasteri cistercensi.
L'eresia catara in ogni caso continua a guadagnare terreno e nel Lauragais il culto della chiesa cattolica è ormai accantonato.
Nel 1203, Domingo di Guzman, il futuro S. Domenico, attraversa il Languedoc e decide di convertire gli eretici con l'uso della parola e l'esempio adottando come stile di vita l'austerità e la povertà dei ministri catari.
Questo produce pochi risultati ma conduce Domenico a fondare in quel di Tolosa l'Ordine dei “frati predicatori”, i Domenicani che nei tempi successivi diventeranno la spina dorsale di quella Inquisizione che combatterà con ogni mezzo il Catarismo ed ogni altra forma di eresia.
Pochi però sanno che non fu S. Domenico a creare questo organo di repressione, visto che alla sua nascita egli era già morto: se lui fosse stato in vita non lo avrebbe permesso.
Bernardo, Domenico, Francesco, tutti loro si erano ispirati ai Bons-Hommes o se preferite Buoni Uomini, per il loro operare.
Nel 1208, il papa Innocenzo III ed il Conte di Tolosa Raymond VI hanno un serio antagonismo rispetto a varie questioni e questo accelera il crescere delle tensioni nella regione.
Innocenzo III accede al trono pontificio nel 1198 all'età di 33 anni.
Dando prova di energia e di rigore, adotta sin dal principio dei concetti teocratici: definisce se stesso in qualità di papa, il sovrano di tutti i re del mondo cristiano.
A causa di queste affermazioni, le relazioni tra i principi d'Occidente ed il regno pontificio diventano sempre più delicate e saranno la causa della scomunica che colpirà il re di Francia, Filippo Augusto, e l'imperatore Ottone IV.
Raimondo VI, Conte di Tolosa dal 1194, bene che sia cattolico è obbligato a tollerare il Catarismo: in effetti i Catari sono protetti da un certo numero di suoi vassalli che hanno aderito a questo Credo.
Innocenzo III gli ordina a più riprese di reprimere l'eresia, ma il conte si guarda bene di agire contro questi soggetti, nobili o comuni che siano.
È in questo contesto che numerosi legati papali sono inviati in Occitania, alfine di condurre delle inchieste sul progredire dell'eresia catara.
Il 15 Giugno 1208, uno di loro, Pierre di Castelnau è assassinato a Saint Gilles vicino ad Arles, da uno scudiero “presumibilmente” inviato dal Conte di Tolosa.
Ma a chi giova questo crimine?
Innocenzo III ritiene responsabile Raymond VI e lo scomunica, indi ottiene il pretesto per lanciare un appello generale alla crociata contro gli eretici dell'Occitania: così facendo il 10 Marzo dell'anno 1209 espone le terre della Contea di Tolosa al saccheggio ed alla distruzione.
Se la predicazione non ha convinto gli eretici, la guerra potrà ottenere ben di più: la guerra è dichiarata ed il Mezzogiorno della Francia conoscerà gli anni più neri della sua storia.
Venti anni di guerra, dal 1209 al 1229.
A seguito dell'appello del papa, il re di Francia rifiuta il comando della crociata: Filippo Augusto è troppo impegnato con i problemi che gli giungono da Nord con il re d'Inghilterra e l'imperatore di Germania.
Egli autorizza quindi i suoi Baroni a parteciparvi per un periodo di quaranta giorni, “la quarantena”: i cavalieri del Nord aderiscono in grande numero, tutte le contrade d'Europa sono ben rappresentate, non certo per un eccesso di fede ma a causa della ricchezza delle terre del Sud che vengono loro offerte in saccheggio con la benedizione di Roma.
Fra di loro il Duca di Borgogna ed il Conte di Nevers sono i più titolati: ma sarà un piccolo Barone dell'Ile de France che grazie al suo zelo ed alla sua voglia di conquista diventerà il vero protagonista di questa crociata.
Il suo nome è Simon IV di Montfort.
Nel Giugno 1209, i crociati discendono la valle del Rodano sotto il comando del loro capo spirituale, il legato papale Arnaud Amaury: l'armata è composta da truppe regolari, ma anche da “routiers”, ovvero banditi da strada, il cui unico compito è seminare il terrore nelle popolazioni che incontrano.
Il caso della prima città conquistata dai crociati è assai rappresentativo di quello che potranno essere questi venti anni di guerra.
È il 22 Luglio 1209, la città di Béziers, ospita numerosi eretici e si rifiuta di consegnarli ai crociati: gli abitanti si trincerano dietro le loro mura, passano i giorni e la situazione è immutata; gli assediati convinti della loro forza tentano una sortita ma le cose volgono al peggio e i routiers avidi di saccheggio riescono ad entrare nella città seguiti dai cavalieri crociati.
È in questa occasione che si addebita ad Arnaud Amaury la celebre frase che alla domanda di un crociato su come avrebbe potuto distinguere gli eretici dagli altri, gli viene risposto in codesti termini: “Uccideteli tutti, Dio riconoscerà i suoi”.
Uomini, vecchi, donne e bambini vengono trucidati senza pietà ad onta eterna di una chiesa cattolica squallida nell'imporre il suo potere, che ancora oggi non ha chiesto perdono a noi catari per questo massacro.
Qualche ora più tardi più di 15000 cadaveri giacevano per le vie della città di Beziers che veniva incendiata allo scopo di far scomparire le tracce di questo scempio.
Alle notizie giunte dai pochi scampati, la città di Narbonne si sottomette due giorni più tardi senza opporre resistenza.
I crociati arrivano davanti alle mura di Carcassonne e la cingono di assedio: è la capitale dei Visconti di Trencavel, solo la sete obbliga Raymond Roger di Trencavel ad arrendersi per evitare un ulteriore massacro della popolazione; viene imprigionato nelle sue stesse prigioni e vi morirà qualche mese più tardi.
In nome della chiesa di Roma, Arnaud Amaury fa dono della Viscontea dei Trencavel a Simon de Montfort e questo a detrimento di tutte le leggi feudali del tempo.
D'altronde, solo lui accetta questa donazione, visto che tutti gli altri signori l'hanno rifiutata: infatti “la quarantena” terminata, la grande maggioranza dei crociati ritorna nei loro domini del Nord e Simon de Montfort si ritrova indebolito per conservare le proprietà dei Trencavel e lottare contro l'eresia.
Comunque le città del Languedoc, cadono una dopo l'altra sotto il giogo di Simon de Montfort e gli eretici vengono consegnati alle autorità ecclesiastiche: sinistri roghi vengono accesi un po' ovunque nella regione, a Lavaur, nel 1211, 400 catari vengono gettati nel più grande rogo di questa crociata, la famosa Dame Guiraude viene condotta al supplizio ed 80 cavalieri vengono impiccati.
Sempre nel 1211, Raymond VI viene scomunicato nuovamente, visto che fa uso di tutto il suo peso politico per contrastare Simon e Montfort e rimane passivo nella persecuzione contro gli eretici.
Simon assedia quindi Tolosa, ma visti i magri risultati per farla capitolare, conduce la campagna nel Quercy ed il Rouergue, dve le piazzeforti cadono una ad una.
Dall'altro lato dei Pirenei, il re Pietro II di Aragona nutre l'ambizione di ingrandire la sua area di influenza sul Languedoc e questo intervento francese non viene visto di buon occhio.
Lui stesso, viene a portare man forte all'armata occitana che si ritrova, faccia a faccia con Simon de Montfort davanti alle mura di Muret, il 12 Settembre 1213.
Questa battaglia, nonostante la proporzione 10 a 1 in favore delle forze occitane è una disfatta totale per il conte di Tolosa e vi perde la vita lo stesso re Pietro II di Aragona.
Simon de Montfort, diviene il signore incontrastato della regione e si guadagna una fama di assoluta invincibilità.
Il 1 Novembre 1215 si apre il IV Concilio in Laterano a Roma, esso conferma le intransigenze della chiesa cattolica nei confronti degli eretici e degli Ebrei: per quanto concerne il Languedoc, dal punto di vista politico, il Concilio dichiara la sua sentenza nei confronti di Raymond VI, destituendolo da ogni titolo e da ogni diritto in favore di Simon de Montfort che diviene Conte di Tolosa.
Ancora una volta usurpando tutte le leggi feudali del tempo.
Raymond VI fugge in Inghilterra e Simon de Montfort riesce finalmente ad entrare in Tolosa considerata “la Roma Catara”.
Ma tutto fila liscio solo per un breve tempo: le conquiste perpetrate da Simon de Montfort, hanno generato tutto un gruppo di signori cavalieri “faidits”, ovvero deposseduti delle loro terre in favore dei baroni del Nord.
Essi si riuniscono numerosi sotto la bandiera del loro solo ed unico sovrano Raymond VI: è forse l'inizio di una coscienza comune occitana?
Il Languedoc non sopporta più l'invasione dei cavalieri francesi che vessano con le loro tasse il popolo affamato.
Sotto l'impulso del figlio del Conte di Tolosa, il futuro Raymond VII, parte la contro-offensiva occitana dalla città di Beaucaire, via, via, vengono riprese tute le città del Languedoc ed i cavalieri “faudits” ritrovano le loro terre.
Simon de Montfort deve abbandonare la città di Tolosa in rivolta e ritornato con le sue truppe ad assediarla, muore nel suo campo, colpito da una pietra lanciata da una donna dagli spalti di Tolosa.
Difficile giudicare un tale uomo, guerriero senza pari ma anche miserabile e zelante massacratore che lascia dietro di se una lunga fila di martiri.
In ogni caso la responsabilità morale dei suoi atti incombe ben meno su di lui che su di coloro che hanno avuto il potere di assolverlo in nome di Dio.
Gli succede il figlio Amaury che non possiede certo la stoffa del padre, nel 1219 egli fa dono della Viscontea dei Trencavel a Filippo Augusto, che però declina, preferendo vedere i due vassalli indebolirsi in una lunga guerra.
Nel 1222 muore Raymond VI, essendo scomunicato, alcuna stele viene posta sulla sua tomba per ricordare la memoria di colui che fu l'incarnazione della resistenza occitana all'invasore francese, solo noi Catari lo ricordiamo nel cuore.
Malgrado tutti gli sforzi operati dal figlio Raymond VII, il vecchio conte non sarà mai riabilitato dalla chiesa di Roma, ma a noi di questo poco importa, dati i valori che essa rappresenta.
Il Languedoc sembra uscire vittorioso ma non lo è che in apparenza: la regione è esangue, causa questi venti anni di guerra.
La sua economia è a terra e demograficamente ha perso molti dei suoi esponenti: per riparare a queste ferite avrebbe bisogno di un lungo periodo di pace, ma la monarchia e la chiesa non gliene lasceranno il tempo.
Luigi VIII è succeduto a Filippo Augusto, e spinto da sua moglie Bianca di Pastiglia estremamente decisa a farla finita con questa terra produttrice di eretici, nel 1226 porta un colpo fatale al paese.
Ciò malgrado la sua morte che sopravviene durante il suo ritorno a Parigi: egli lascia dietro di se un'Occitania nuovamente a ferro e fuoco.
Raymond VII è obbligato a firmare il trattato di Parigi (o di Meaux).
A causa di questo trattato è obbligato a far sposare la sua unica figlia Giovanna al nuovo re Luigi IX Alfonso di Poitiers: inoltre la sua Contea è ridotta ad un terzo di quello che gli aveva lasciato suo padre, il resto ormai passato sotto il dominio reale, ivi compresa la Viscontea dei Trencavel.
Raymond VII passerà il resto della sua vita a volere un figlio che avrebbe potuto rilanciare la dinastia.
Raymond partecipa ad un complotto contro Luigi IX insieme al signore delle Marche Ugo di Lusingano, al re d'Inghilterra ed al re d'Aragona, ma la coalizione viene sconfitta nella battaglia di Taillebourg nel mese di Luglio del 1242.
Muore nel 1249, il suo titolo viene attribuito attraverso sua figlia al re Luigi IX: il Languedoc viene a far parte definitivamente della Corona di Francia nell'Agosto del 1271, sotto il regno di FilippoIII; la Contea di Tolosa non esiste più.
Per quanto concerne invece i Catari, il trattato di Parigi non risolve certo la situazione: il papato cerca di mettere fine alla questione istituendo l'organismo dell'Inquisizione che possiamo definire in molti modi meno che con il termine “Santa”.
Essa pensa che dove la guerra ha fallito, di più possano i processi agli eretici: l'Inquisizione speciale che papa Gregorio IX istituisce attraverso la sua lettera del 20 Aprile 1233, fa dell'inquisitore un personaggio estremamente potente.
L'Inquisizione, i suoi abusi ed i suoi processi iniqui, determinano gli anni più bui della chiesa cattolica.
Nel Languedoc, sotto la pressione inquisitoriale, le popolazioni sono sottomesse ad un clima di sospetto e delazione: gli eretici fuggono verso il loro ultimo baluardo Montsegur.
Questo ultimo simbolo cade il 16 Marzo 1244 ed in quel giorno 200 buoni-uomini e buone-donne sono bruciati in un gigantesco rogo ai piedi della fortezza.
Quattro generazioni più tardi, non esiste più alcuna chiesa catara in Occitania: il suo ultimo rappresentante, Guillaume Bélibaste, è bruciato sulla piazza pubblica di Villerouge-Termenès è il 1321.
Ufficialmente termina qui la storia dell'eresia catara nel Languedoc: ufficiosamente essa è continuata in quel di Cuneo ove un libero comune rispettava il credo di chiunque, se lo stesso rispettava a sua volta le sue leggi.
Dobbiamo a Bernardo di Clairvaux, se la linea cristica di Gesù non si è estinta, lo dobbiamo ai Poveri Cavalieri di Cristo, braccio armato dell'Ordine Cistercense, se nel tempo alcuni valori non sono andati perduti; oggi come allora, anche se alcuni ritengono che l'Occitania sia soltanto un mito, finché esisterà uno solo che crederà nei valori di “ Pretz et Paratge” l'Occitania esisterà e porterà aiuto ai suoi fratelli Catari.
Robert de Marselha
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ORIGINE DEL TERMINE "TISSERAND" (TESSITORI)
Tisserand
Secondo il prete renano Eckbert de Schonau “tisserand” è il nome dei Catari in Francia, dovuto alla loro pratica della tessitura.
Il termine era già stato dato ai cronisti da Baudry, vescovo di Tournai, per designare la setta alla quale apparteneva un certo Ramihr, bruciato a Cambrai nel 1077 diceva quindi:
“Di questa setta, attualmente molti dimorano in certe città, vivono tessendo i filati e ne portano il nome”. La parola viene ripresa dal mondo cistercense come lo testimonia la lettera del cistercense Geoffroy d’Auxerre al Capitolo di Citeaux per testimoniare la missione di Bernardo di Clairvaux nel Tolosano nel 1145.
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" LA CRONOLOGIA CATARA "
950 : cominciano a percorrere le strade dell'Europa di allora Buoni Uomini che a due a due anche uomo-donna, annunciano la Vera Fede in Cristo e portano la Sua Parola.
1022 : dodici canonici sono bruciati come eretici a Orleans, uno dei primi roghi a noi noti della storia del Medioevo.
1025 : roghi avvengono a Torino, a Tolosa e in Aquitania.
1028 : bruciano gli eretici catari di Monforte d'Alba.
1114 : rogo di Soissons
1119 : a Seborga, allora Castrum de Sepulcrum, viene fondato da Bernardo di Clairvaux, abate dell'Ordine Cistercense, l'Ordine dei Poveri Cavalieri di Cristo che altro non sarà che il braccio armato dell'Ordine Cistercense, destinato a difendere poveri e perseguitati.
1135-1140 : roghi nella città di Liegi, prime menzioni di comunità catare con una gerarchia episcopale, la Chiesa Catara commette l'errore di organizzarsi ad esempio della struttura della Chiesa di Roma.
1143 : roghi a Colonia, appello di Evervin di Steinfeld a Bernardo di Clairvaux. Nessuno sa o immagina che Bernardo, indagando e conoscendo in prima persona i Buoni Uomini, apprezza i loro sforzi di portare la Parola di Gesù al popolo e opera in gran segreto quella che fu la più grande operazione di salvataggio tenuta segreta al potere della chiesa romana.
I Catari, quelli che professano la pace e la temperanza, quelli che detengono il segreto della costruzione, vengono integrati nei conventi cistercensi in qualità di conversi e questo spiega l'accelerazione in cui vengono creati nel periodo di meno di cento anni 350 monasteri dell'Ordine Cistercense.
1145 : Bernardo di Clairvaux si reca in missione nel Tolosano e nell'Albigese dove cerca di convincere la gerarchia Catara dei luoghi ad essere meno intransigente verso Roma, offrendo rifugio nei propri monasteri a tutti coloro che vogliono continuare a professare la loro Fede in pace e serenità.
Purtroppo, se vogliamo fare un raffronto, questi Catari dell'ultima ora sono degli irriducibili e paragonabili ai no-global di oggi, non ascolteranno le sue parole e andranno verso un futuro orribile.
1153 : 20 Agosto, muore Bernardo di Clairvaux, da quel momento verrà meno la protezione ai Buoni Uomini da parte dell'Ordine Cistercense e a parte qualche rara eccezione, pochi conoscevano l'esattezza dei progetti di Bernardo, verrà a mancare quel legame di mutuo soccorso operato sino ad allora; solo i Poveri Cavalieri di Cristo, continueranno la loro opera di protezione nei confronti di questi giusti che confidando nei Vangeli portavano avanti la linea Cristica di Gesù.
1157 : Concilio di Reims contro l'eresia, l'atto di perseguire gli eretici viene affidato ai vescovi.
1163 : roghi a Colonia, Bonn e Magonza, Eckbert di Schonau crea l'appellativo di “cataro”.
1165 : Conferenza di Lombers nell'Albigese, presenza di un Vescovo Cataro e occitano, parrebbe Sicard Cellelier.
1167 : Assemblea di Saint-Félix-Lauragais, le Chiese Catare Occidentali si organizzano prevedendo l'intervento della chiesa di Roma, partecipano quattro Vescovi Catari Occitani, un Vescovo Francese e uno Italiano, il famoso Marco di Lombardia che in seguito Dante collocherà nel Purgatorio della Divina Commedia.
1170-1180 : un altro attacco all'egemonia cattolica romana, viene da Lione dove Valdo crea la Chiesa Valdese.
1178-1181 : missione ed in pratica, pre-crociata dell'Abate di Clairvaux Henry de Marcy, legato del papa nel Tolosano e Albigese.
1182 : Valdo e i suoi poveri di Lione sono cacciati dalla città dall'Arcivescovo Jean di Bellesmains.
1184 : Decreto di Verona, accordo tra il Papa e l'Imperatore, misure antiereticali a livello europeo.
Viene lanciato l'anatema contro Catari e Valdesi.
1194-1222 : Raimondo VI Conte di Tolosa, il Catarismo Occitano tocca il suo Apogeo.
1198-1216 : Pontificato di Innocenzo III.
1199 : Decreto di Innocenzo III che assimila l'eresia al crimine di tradimento e di lesa maestà verso Dio.
1202-1206 : Fallimento delle missioni cistercensi inviate dal Papa in Languedoc.
1206 : Domenico di Guzman capisce che per controbattere il Catarismo, bisogna scendere al loro stesso livello e inizia la sua contro predicazione, creando l'Ordine dei Domenicani, fonda il monastero di Prouille.
1208 : Assassinio del legato papale Pierre di Castelnau, appello del Papa alla Crociata contro gli eretici, la prima crociata Cristiani contro Cristiani.
1209 : Inizio della Crociata, massacro di Bézier, conquista di Carcassonne, morte di Raimond Roger Trencavel, Simon di Montfort diviene Visconte di Caracassonne, rogo di Casseneuil. Unica nota confortante, il Papa riconosce la “Fratellanza” di Francesco d'Assisi.
1210 : Conquista di Minerve e relativo rogo di 140 persone.
Conquista di Termes, Domenico con i suoi confratelli predica a Tolosa a fianco del vescovo Folque.
1211 : Vittoria del Conte di Foix a Montgey, conquista di Lavaur da parte di Simon de Montfort , 80 cavalieri sgozzati, 400 eretici bruciati sul rogo.
Lo stesso anno rogo di Cassès altri 60 eretici bruciati.
1212 : Simon de Montfort conquista le regioni dell'Agenais e del Querce
1213 : Raimond VI di Tolosa rende omaggio al Re Pietro d'Aragona, durante la battaglia di Muret, lo stesso Re muore ed è la disfatta occitano-aragonese.
1215 : IV Concilio di Latran, Simon de Montfort viene investito dei titoli di Visconte di Trencavel e Conte di Tolosa.
Viene ratificata la fondazione dell'Ordine dei domenicani.
1216 : Inizio della “Riconquista” di Raimond VI di Tolosa e di suo figlio, il “giovane Conte”.
1218 : Simone de Montfort è ucciso da una pietra scagliata da una donna nell'assedio di Tolosa.
1219 : Crociata del Principe Luigi di Francia, massacro di Marmande.
1220-1221 : Riconquista Occitana della Contea di Tolosa, ripristino della Chiesa Catara del Tolosano. Morte di Domenico di Guzman
1222 : Morte di Raimond VI, RaimondoVII diventa Conte di Tolosa e lo rimarrà sino al 1249 .
1223 : Riconquista di Carcassonne da parte di Raimond Trencavel e ristabilimento della Chiesa Catara de Carcassès.
1224 : Amaury de Montfort, ormai vinto, ritorna in Ile-de-France e cede i suoi diritti alla corona di Francia.
1226 : Crociata Reale di Luigi VIII, sottomissione di numerosi vassalli di Raimond VII.
Riunione Catara di Pieusse e creazione del vescovado di Razès.
Rogo di Pierre Isarn, vescovo del Carcassès, a Caunes-Minervois.
Morte di Francesco d'Assisi.
1226 : Elezione di Luigi IX (San Luigi) Re di Francia che regnerà fino al 1270 .
1227-1229 : Guerra di Cabaret e di Limoux.
1227-1239 : Sanguinaria missione preinquisitoriale di Conrad de Marbourg in Germania e di Robert le Bougre in Francia, (Fiandre, Borgogna et Champagne).
1229 : Trattato di Meaux, ratificato a Parigi, fine della Crociata contro gli Albigesi: capitolazione di Raimond VII.
Creazione dell'Università di Tolosa confidata ai fedeli e codificazione della repressione antieretica.
Siniscalchi reali francesi vengono nominati a Carcassonne et Bezier e a Beaucaire e a Nimes.
Le Chiese Catare diventano clandestine.
1232 : Su invito di Guilhabert de Castres, la piazza di Montségur diviene la “testa” e la “sede” della Chiesa Catara, interdetta dalla Chiesa di Roma.
1233 : Fondazione di Papa Gregorio IX dell'Inquisizione che viene affidata agli ordini mendicanti ed in particolare all'Ordine Domenicano, “I cani di Dio”.
1234-1235 : Rivolta contro l'Inquisizione a Tolosa, Albi e Narbonne.
1239 : Il 13 Maggio, rogo di 200 eretici a Mont Aimé in Champagne.
Distruzione della Chiesa Catara di Francia, almeno lo si credeva.
1242 : Attentato di Avignonet contro l'Inquisizione portato a termine da cavalieri diseredati provenienti da Montségur, segnale della nuova entrata di Raimond VII, il paese si solleva.
1243 : Tornano alla mente le parole di Gesù “Il mio regno non è di questa terra”, la guerra non porta fortuna alla causa Catara, gli alleati di Raimond VII sono sconfitti, Trattato di Lorris, inizio dell'assedio alla fortezza di Montségur.
Raimond VII abiura e promette di perseguire gli eretici.
1244 : Il 16 Marzo rogo di Montségur, circa 225 Catari vengono bruciati, è la fine delle Chiese Catare organizzate in Occitania.
Ricostituzione di una gerarchia in esilio in terra lombarda.
Totale sistematizzazione dell'Inquisizione a partire da Carcassonne, Albi e Tolosa.
1249 : 80 Catari sono bruciati a Agen su ordine di Raimond VII che muore dopo poco tempo.
Gli succede suo genero Alfonso di Poitiers, fratello di Luigi IX.
1255 : Cade l'ultimo baluardo del Catarismo in Occitania, Chabert de Barbaira si arrende nel castello di Queribus, ultima piazzaforte in mano ai cavalieri “faudits”.
1258 : Trattato di Corbeil, che definisce la frontiera tra i due Reami di Francia e di Aragona, ricostruzione e rimessa in ordine delle cittadelle reali francesi che oggi noi definiamo “Castelli Catari”
1268 : In Italia, vittoria dei Guelfi sui Ghibellini, l'Inquisizione può ora agire liberamente.
1270 : Morte di San Luigi, Re di Francia
1271 : Morte di Jeanne di Tolosa e di Alfonso di Poitiers, la contea di Tolosa viene aggregata al dominio reale della corona di Francia.
1278 : Altra pagina tragica del Catarismo, nelle arene di Verona vengono bruciati 200 catari, l'Elite italiana del movimento e praticamente l'annullamento delle Chiese Catare dell'alta Italia.
1280-1285 : Procedure irregolari dell'Inquisizione a Carcassonne e Albi, complotto contro gli archivi dell'Inquisizione a Carcassonne.
1295 : I Catari Pierre e Guilhem Authié raggiungono a Cuneo i resti della Chiesa Catara in Italia ed ivi ricevono il " Consolamentum " dal diaconato locale.
1300-1305 : Bernard Délicieux da inizio alla rivolta popolare che viene ricordata con l'appellativo di “rabbia carcassonese”.
1300-1310 : l'opera dei fratelli Auithié continua in Occitania e raccoglie nuovi proseliti, è il tentativo più efficace di ricreare una Chiesa Catara in Occitania, destinato comunque al fallimento.
1303 : Goffroy d'Ablis è nominato inquisitore a Carcassonne.
1307 : Bernard Gui viene nominato inquisitore a Tolosa.
Si comincia a guardare anche l'Ordine Templare come un covo di eretici ed i sospetti sono più che fondati, visto che erano gli unici ad non aver partecipato alla crociata cristiani contro cristiani, ritirandosi nelle loro commende e dando rifugio in più casi ai Catari.
1309 : I restanti esponenti della Chiesa Catara Jacques e Guihem Authié, Arnaud Marti, Prades Tavernier, Amiel de Perles, Philippe d'Alairac e Raimond Fabre, sono catturati e bruciati.
Guilhem Bélibaste fugge sul lato aragonese dei Pirenei.
1310 : L'ultimo dei fratelli Authié è bruciato a Tolosa.
1315-1330 : In Italia e Languedoc, l'attenzione dell'Inquisizione si sposta anche su i cosiddetti Francescani Spirituali e sui “Bèguins”, molti di loro bruceranno sui roghi come i Catari.
1318-1325 : Campagna dell'Inquisizione fatta dal famoso Jacques Fournier vescovo di Pamiers.
1321 : Rogo di Guilhem Bélibaste a Villerouge-Termenès, ultimo “Perfetto” Cataro conosciuto che pronuncerà la famosa frase: “Tra 900 anni rinverdirà il ramo d'alloro”
1325 : Rogo di un Cataro a Carcassonne.
1329 : Ancora un rogo di tre credenti Catari a Carcassonne.
1412 : Ultime sentenze accreditate contro dei Catari Italiani.
1453 : Presa di Costantinopoli da parte dei Turchi, viene considerato finito il periodo del Medioevo.
1463 : Conquista della Bosnia da parte dei Turchi e fine del Catarismo Bosniaco.
Ma era veramente morto il Catarismo?
No, era semplicemente tornato alle origini, la Parola di Gesù non ha mai cessato di essere trasmessa oralmente, solo che compresa la lezione avuta e che Bernardo di Claivaux aveva previsto esso ritornò ad essere un cammino di vita spirituale rivolto ai pochi che veramente custodivano nel cuore i consigli di Gesù.
“IL mio Regno non è di questo Mondo” e che ognuno di Voi cerchi di svelare il messaggio e capirà quale è la Via da seguire.
Robert de Marselha
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IL NOVIZIATO E LA VITA COMUNITARIA
Dal credente al novizio.
La vita del credente è estremamente varia perché riflette un avanzamento nella vita cristiana che si manifesta nelle scelte quotidiane che evolvono secondo l’evoluzione spirituale di ciascuno.
Nel Medioevo i Buoni Cristiani identificavano molto bene questa evoluzione della vita del credente perché accettavano di formalizzarla sul piano rituale in tre tappe.
Il Melhoramentum ( o Melhorer ) che si potrebbe tradurre con il termine “Miglioramento” e che gli inquisitori chiamavano “Adorazione”.
In questo rituale il credente chiede al Buon Cristiano di intercedere per lui alfine che abbia la possibilità di raggiungere lo scopo della sua vita cristiana e di accedere alla Salvezza ( la buona fine ).
Si capisce che il Buon Cristiano non è l’oggetto finale di questa supplica, ma un intermediario riconosciuto competente dal credente che, vedendolo vivere nel quotidiano la migliore vita cristiana accessibile in questo mondo, fa di lui il migliore intermediario possibile.
La Tradizione del pane o benedizione del pane, alla quale non possono accedere che dei Buoni Cristiani e dei credenti, essendo stati confermati e di conseguenza autorizzati a praticare il Miglioramento, è un rituale che si svolge in ogni pasto dei Buoni Cristiani nello spirito dell’Agapé della Chiesa cristiana antica e non dell’Eucarestia giudeo – cristiana.
Il Buon Cristiano, il più avanzato nel cammino verso la Salvezza, ( predicatore, anziano etc. ), benedice il pane che sarà distribuito per ordine di anzianità nella fede e mangiato da tutti in segno di comunione di spirito.
Infine, la Tradizione dell’Orazione consiste, per un novizio confermato nel suo cammino, ad essere autorizzato dai Buoni Cristiani a recitare il Pater insieme a loro.
In effetti, si tratta di novizi che sono alla porta della Consolazione, ovvero che hanno fatto almeno un anno completo di noviziato che abbia comportato almeno l’osservanza di tre quaresime.
Non va dimenticato un rituale, generalmente praticato dopo gli altri, che veniva chiamato Caretas o Bacio della Pace, un bacio scambiato attraverso il Vangelo, che oggi potremmo tradurre semplicemente come un segno di Pace.
Esiste inoltre anche un rituale al quale assistono regolarmente dei credenti senza che sia precisato il loro grado di avanzamento.
Visto il carattere intimo di questo rituale, non si può immaginare che sia accessibile a dei credenti che non siano autorizzati a praticare il Miglioramento, quest’ultimo essendo di fatto il segno di ingresso nella comunità dei credenti.
Questo rituale si chiama Servici o Apparelhamentum, che tradotto in lingua volgare chiamerei Servizio: si tratta di una confessione mensile fatta dall’anziano a nome della sua comunità, davanti al diacono.
Essa permette di ricordare che solo i Buoni Cristiani possono peccare, perché hanno la conoscenza del Bene ( Intendimento del Bene ), cosa che non è nel caso dei simpatizzanti ( auditori ) e dei credenti.
IL NOVIZIATO
Quando il credente ha dimostrato uno stato di avanzamento regolare e duraturo e, se ne ha fatto domanda presso un responsabile della Chiesa, è autorizzato a passare l’ultimo livello entrando in noviziato.
Un novizio deve seguire in tutti i punti la vita dei Buoni Cristiani della sua comunità.
Si potrebbe mal immaginare che non possa assistere e partecipare alle Ore quotidiane, alle sedute di meditazione orale basate sul Pater ed comprendenti un rituale preciso oltre ad un insegnamento dottrinale.
Nel frattempo, fino a quando non sarà ammesso alla Tradizione dell’Orazione, non potrà recitare il Pater e dovrà, sia dimorare silenzioso alfine di non disturbare i Buoni Cristiani nel loro rituale, sia recitare il Pater pubblicamente.
Questa tappa non ha il carattere di passaggio che osserviamo talvolta nell’ingresso nella vita monastica.
In effetti, un credente, dall’istante della sua prima preghiera ricevuta dopo il suo primo Miglioramento, va ad iniziare un cammino che lo condurrà progressivamente a scegliere una vita quotidiana orientata nelle scelte che sono quelle della vita evangelica.
Certamente, questo non avverrà in modo immediato, ma a piccoli passi, con tappe regolari e modeste, ma che alla fine, sulla porta dell’entrata in noviziato, il credente avrà effettuato un importante cambiamento che gli renderà il noviziato una cosa assolutamente naturale.
Dobbiamo considerare che in ogni caso, il noviziato non potrà farsi con uno spirito di costrizione, perché questo sarebbe in assoluta contraddizione con lo spirito del catarismo, contrario al principio di non violenza che lo caratterizza.
Il primo punto del noviziato consiste nel condividere la vita cristiana evangelica in tutte le sue pratiche ed a integrarsi nella comunità cristiana con tutta l’umiltà necessaria.
Il novizio segue le prescrizioni dei Buoni Cristiani e, in particolare quelle dell’anziano, avendo piena coscienza della profonda distanza che separa il suo intento da quello dei Buoni Cristiani.
Questo punto è essenziale al giorno d’oggi, dove la nostra cultura ed il nostro imprinting ci spingono a rimettere in causa le scelte dei Buoni Cristiani medioevali visto che sono difficili rispetto alle nostre abitudini moderne.
Contrariamente a ciò che si può pensare, la vita evangelica moderna non è una sorta di albergo dove ciascuno può decidere le regole e le pratiche da seguire.
Attenersi alla Regola degli anziani non è fargli il verso, ma consiste a considerarli una evidente referenza.
La Regola non è una legge, è un modo di vivere, liberamente ed unanimemente accettato da tutti.
Non accettarlo è semplicemente considerare che non si segue un cammino cataro, ciò che è legittimo e senza valore sulla capacità ad accedere alla Salvezza, perché il catarismo non ha alcuna pretesa a credersi la sola via verso la Salvezza.
Quello che importa è di avere l’umiltà di comprendere che il nostro stato di credente non ci permette di invalidare delle scelte di cui noi non abbiamo la spiegazione della loro motivazione in quell’epoca.
Il novizio deve dunque volgere l’attenzione allo Spirito che, anche in assenza di Buoni Cristiani che possano guidarci, questo statuto di noviziato costituisce il più basso livello di avanzamento nella vita cristiana evangelica.
L’obbedienza e l’umiltà sono dunque indispensabili per partire con il piede giusto su questo cammino.
Perché un novizio abbia la possibilità di apprezzare la sua capacità a seguire la vita cristiana evangelica, deve restare nella comunità per un minimo di un anno alfine di seguire tutti i cicli.
Ma il noviziato non è solo un cammino temporale, è soprattutto un cammino spirituale: per questo può essere necessario fare durare più a lungo il noviziato.
Ci sono tracce di noviziati durati per tre anni, anche se condotti in comunità di Buoni Cristiani: questo può voler dire che ai giorni nostri, l’assenza di Buoni Cristiani per guidarci, impone di fatto dei noviziati fatti di più anni, perché i novizi dovranno aiutarsi gli uni con gli altri fino a che uno o più di loro abbiano raggiunto un livello di sviluppo considerato collettivamente come di natura ad essere una Consolazione Spirituale.
La pazienza e la modestia sono essenziali alla messa in opera della risorgenza della Chiesa cristiana catara, perché ogni errore a questo stadio avrebbe delle conseguenze incalcolabili sullo sviluppo della comunità e sull’avvenire della Chiesa per i decenni futuri.
Durante il noviziato, il credente in “formazione” continua a perseguire e sviluppare le pratiche ascetiche che aveva già sperimentato, cioè praticate di fatto regolarmente, nella sua vita mondana: continenza alimentare e sessuale, spoliazione, umiltà, digiuni e caresime, pratiche rituali previste dalla Regola, etc.
Le mette soprattutto in opera in modo sistemico ed esclusivo in uno schema di organizzazione validata unanimemente dall’insieme dei membri della comunità.
Egli partecipa ugualmente alle pratiche rituali ed ai periodi di approfondimento della spiritualità cristiana catara che li accompagna.
In questo modo, queste numerose sedute quotidiane di analisi, di studio, di apprendistato e di padronanza di sé, non solamente dedicate ai documenti relativi al catarismo, ma anche ad una larga conoscenza del cristianesimo nella sua dimensione teologica e filosofica e dei domini connessi necessari ad una maestria allargata, permetteranno al novizio di acquisire allo stesso tempo una conoscenza esteriore indispensabile alla strutturazione del suo pensiero personale.
Inoltre ciò permetterà al novizio di approfondire la sua conoscenza interiore della Benevolenza e di tutto ciò che ad essa si rapporta.
È per questo che il credente desideroso di progettare di raggiungere una vita evangelica comunitaria deve comprendere che gli spetta di praticare questo capovolgimento dello stato di spirito nel quotidiano ed progressivamente alfine di essere pronto, il giorno venuto, a lanciarsi pienamente in questo approfondimento.
Nessuna lettura, nessuna conferenza ed ugualmente alcun puntuale ritiro, saprebbero preparare meglio un credente di una opera progressiva e quotidiana, per quanto imperfetta possa essere, dei precetti della vita evangelica.
Dal novizio al Buon Cristiano
Nel Medioevo, quando il novizio dimostrava di avere raggiunto questo stadio di approfondimento e ne esprimeva il desiderio, egli poteva accedere alla Consolazione che si manifestava attraverso un rituale molto performante.
Anche se i Buoni Cristiani si proibivano di giudicare se lo stato di avanzamento del richiedente fosse perfettamente compatibile con la sua domanda, è evidente che nessuno avrebbe accettato di partecipare a quello che gli sarebbe sembrato essere una parodia al riguardo di quello che questo sacramento rappresentava ai loro occhi.
Possiamo vedere che malgrado questo principio, delle Consolazioni sono state date a delle persone che in seguito si sono rivelate indegne di riceverle,( un esempio su tutti, Raniero Sacconi che è diventato in seguito addirittura inquisitore).
Ai nostri giorni le cose sono ancora più complesse.
In effetti, a causa della mancanza di Buoni Cristiani unanimemente riconosciuti nella comunità e vista l’assenza di comunità di vita evangelica catara, la Consolazione,può apparire come una missione impossibile da assolvere.
Io non ne sono così sicuro, vista la testimonianza di Arnaud Sicre davanti all’Inquisizione in cui presta a Bélibaste il modo di rimarcare che, anche in assenza di Buoni Cristiani che possano conferirgliela, potrebbe ricevere la sua Consolazione da parte di “ apostoli spirituali “.
Questo ci rimanda alla prima Consolazione della storia, che ci è raccontata negli Atti degli Apostoli, sarebbe a dire la ricezione dello Spirito Santo agli apostoli durante la Pentecoste.
In effetti, nessuno ha imposto le mani su coloro che erano presenti in quel giorno in quella casa: nessuno dei presenti è stato sottoposto ad alcun rituale, e questo stato di apostolo consolato è ben la base della prima comunità cristiana evangelica in assenza di Cristo.
Di conseguenza, appare chiaramente che una comunità di vita evangelica che persegue ed affina il suo cammino cristiano potrà vedere un giorno, presso alcuni dei suoi membri, apparire i caratteri permanenti e concreti di uno stato di spirito risvegliato che segnerà lo stato di Buon Cristiano presso queste persone.
In effetti, è nella durata e nella promiscuità di una comunità di vita evangelica che si potranno apprezzare i criteri di Benevolenza totale che segneranno lo stato di Buon Cristiano presso una o più di queste persone.
Una volta unanimemente riconosciuto dalla sua comunità di vita e confermato dalla comunità dei credenti, il nuovo Buon Cristiano potrà ristabilire la struttura mondana della Chiesa e riprendere l’insieme dei rituali, compresa la stessa Consolazione.
Conclusione
Comprendo benissimo che alcuni ed altri tra di noi vivono la nostra epoca con una certa impazienza ed aspirano all’emergenza della comunità di vita evangelica ed alla riconoscenza di Buoni Cristiani moderni.
Ho conosciuto personalmente questa impazienza ma, ormai, l’ho sorpassata.
Effettivamente, essa mi sembra deleteria e suppongo anche che ne sia ispiratore, il Principio malvagio, perché essa è la madre di tutte le derive e potrebbe ben condurre la nostra fragile comunità verso il fallimento della risorgenza e di conseguenza ad uno scoraggiamento che ci farebbe ripiombare nelle profonde tenebre.
Il cammino rimane sempre un affare personale e si deve fare nella vita del credente senza fissarsi un obiettivo che sia quello di seguire e, e non di scimmiottare, l’esempio dei Buoni Cristiani medioevali.
Se delle comunità di vita devono formarsi, che esse vengano messe in opera senza la minima concessione alla mondanità attuale ed anche, al contrario, che esse non esitino ad approfondire certi punti della pratica ascetica al riguardo delle nuove conoscenze di cui noi oggi disponiamo.
Se queste comunità vengono costituite nella Benevolenza, cioè senza cercare di escludere e senza compromessi destinati a rendere immediatamente possibile ciò che avrebbe dovuto necessitare di più lavoro e pazienza, esse finiranno per svilupparsi e per rendere possibile l’emergere di personalità di qualità.
Il nostro secolo non è ne meglio ne peggio del Medioevo.
L’impregnazione giudeo-cristiana è differente ai nostri giorni e, sovente più insidiosa che all’epoca, ma essa non impedisce di pensare che l’emergere di queste personalità sia possibile, ivi compresa da questa generazione.
Diamo tempo al tempo visto che disponiamo dell’Eternità !
Articolo di Eric Delmas
Novizio della comunità evangelica cristiana catara di Carcassonne.
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Qui furono bruciati i Buoni Uomini di Montsegur nel 1244
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