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IL CAMMINO DEI CATARI: L'Antica Via
IL CAMMINO DEI CATARI TRA STORIA E LEGGENDA
La stagione ideale per percorrerlo è il periodo estivo: l’ideale è avere a disposizione un amico, un familiare che vi porti fino a Saint Martin La Vesubie e poi venga ad attendervi a Roccavione.
Prevedete pure due o tre o più tappe per percorrerlo agevolmente.
La partenza può avvenire direttamente dal paese di Saint Martin La Vesubie o per comodità ulteriore dal santuario di Nostra Signora delle Finestre.
La prima tappa, per coloro che non sono avvezzi ai lunghi percorsi a piedi può essere lo scollinamento del valico a quota 2495 m e la sosta al rifugio Soria Ellena a quota 1640 m.
Questa prima parte del Cammino segue integralmente la GTA M11.
La seconda tappa vi porta sino a San Giacomo di Entraque dove è possibile ristorarsi presso la baita Monte Gelas e fermarsi per la notte nella foresteria adiacente.
La terza tappa da San Giacomo di Entraque ad Entraque segue il percorso della GTA M 22.
Seguendo il sentiero si incontra Tetto Terapin, il Vallone della Truccia, Caire della Truccia,
Tetti Salmet, Tetto Airetta, San Rocco, Cappella del Cornaletto e si giunge al paese di Entraque attraversando la parte vecchia dove un quartiere è nomato “dei Barbet”.
Non si hanno testimonianze se la zona sia stata abitata dai catari, perché questo termine era adottato dai Savoia per distinguere i Valdesi.
In paese è possibile soggiornare presso il Campeggio “Il Bosco”, presso la “Locanda del Sorriso” o se preferite un hotel, il “Miramonti”, “Trois Etoiles”, “Nord Hotel”, o “Hotel Pagari.
La quarta tappa parte da Entraque e seguendo sulla cartina il sentiero N 30 si raggiunge il Monte Lausa, la Punta della Splaiera, il Monte Corno ed accedendo al sentiero N 40 la Punta di Gaime.
Al Passo di Costabella si lascia il sentiero N 40 e si passa a N 44, poi Punta di Balma Rossa,
Passo Prato delle Colle, Pironetto, svoltando poi sul N 44 A che ci porta a Tetto Brinda per raggiungere infine il paese di Roaschia.
A Roaschia, trovate per la vostra sosta, l’Albergo Spada Reale o la possibilità di campeggiare nella nuova area annessa al parcheggio dei camper.
La quinta ed ultima tappa procede sul sentiero L 35, si procede per Tetto Chiotti, Tetto Massa,
Tetto San Giacomo, Tetto Rossetto, Tetto Griva, Tetto Cioma, Fontana Luch, arrivando finalmente al castello di Roccavione che sovrasta il paese, breve tratto per raggiungere i Giardini Ara ed il paese.
Naturalmente, questo Cammino, può essere fatto anche in tempo minore, accumulando insieme alcune tappe, io personalmente l’ho così diviso perché, chi lo percorre possa gustare di questo ambiente che per alcuni versi ricalca integralmente il sentiero che i catari facevano secoli fa.
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INIZIO DEL CAMMINO DEI CATARI
Qui a Roccavione inizia il sentiero dei catari italiano che porta a Saint Martin La Vésubie. |
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LE STRADE DEI CATARI
Ha senso negli anni in cui viviamo parlare di strade dei Catari?
Direi proprio di sì, visto che sono sempre meno le persone che si muovono camminando e molte di più quelle che preferiscono come mezzo di locomozione l'auto e la moto.
Abbiamo già parlato del cammino o sentiero dei Catari che parte da Saint Martin la Vesubie e attraverso il Colle delle Finestre raggiunge San Giacomo di Entraque ed è proprio da quel luogo che inizia il percorso stradale che ci condurrà sino alla Valle Pellice.
Partiti dal rifugio nomato Baita del Monte Gelas si scende verso Valdieri e giunti al Bivio nel centro del paese avete la possibilità di dirigervi in due direzioni: la prima, la più breve, passa per la vecchia strada che porta a Roaschia e prosegue per Roccavione, dove ogni due anni, salvo imprevisti, si svolge la manifestazione rievocativa, realizzata da tutto il paese, La Rocca dei Catari, che avviene prevalentemente nel mese di Giugno, per poi proseguire verso Cuneo.
La seconda, invece, girando a sinistra vi permette di salire fino alla Madonna del Colletto, discendere in direzione di Demonte e percorrendo la strada militare lungo il fiume Stura arrivare sino ad Aisone, un paese della Valle Stura dove nel lontano 1300, tutti gli abitanti vennero condannati dall'Inquisizione a portare sulle vesti una croce gialla affinché li si potesse contraddistinguere come eretici e catari.
Dopo aver ammirato le splendide grotte che sovrastano il paese, si riprende la strada che conduce a Demonte, dove di fronte al distributore di benzina, si svolta verso la salita che conduce al Colle dei Morti, attraversando completamente quel tratto vallivo nomato Vallone dell'Arma.
In cima al colle troviamo il monumento al noto campione di ciclismo, Marco Pantani, chiamato dai suoi fans il Pirata.
Il colle merita una sosta, poi si discende in una valle lunga e stretta che si chiama Valle Grana, chiamata per le sue coltivazioni la Valle del Biologico.
Nell'alta valle merita una visita il Santuario di Castelmagno, dove se il tempo è dalla vostra parte, merita una visita la vecchia borgata di Narbona fondata nel XIII secolo da fuorusciti catari perseguitati dal dominio Angioino e dove, sempre ipoteticamente parlando, si dice sia nato il famoso formaggio Castelmagno.
Arrivati alla pianura e precisamente a Monterosso Grana, il nostro consiglio è di fermarvi presso la Trattoria Aquila Nera, dove avrete la possibilità di gustare un menù tradizionale ad un prezzo veramente contenuto, vi è anche la possibilità di pernottare in loco.
Risaliti in auto si riparte in direzione di Valgrana dove si svolta verso Montemale, caratterizzata dal suo castello, dove dopo aver scollinato si discende sul paese di Dronero.
Entriamo quindi in Valle Maira ed al bivio di Stroppo risaliamo verso il Colle di Sampeyre dove si trova il rifugio la Sousto dal Col, possibilità di ristorazione e pernottamento.
Sorpassato il colle,si entra in Valle Varaita lungo un bel tratto di strada in discesa, verso Sampeyre, dove al viaggiatore si offrono nuovamente due percorsi: il primo altamente suggestivo, per coloro che possiedono un fuoristrada, salendo alle spalle del paese, si arriva ad uno sterrato che conduce fino al Colle del Gilba e con una certa difficoltà, causa la strada non proprio in buone condizioni, si scende attraverso i boschi fino al centro del paese di Sanfront.
Per coloro invece che dispongono di una autovettura, seguendo la strada verso Isasca vi è la possibilità di salire fino al Colle del Gilba attraverso una strada asfaltata.
Sempre transitando per la medesima strada, è possibile salire al Colletto di Isasca e scollinare in Valle Po risalendo poi sino a Sanfront.
Superato il paese si prosegue in direzione di Paesana, dove lungo la strada sulla destra, è possibile vedere la borgata millenaria di Balma Boves adagiata sotto un costone che la protegge interamente dalle intemperanze del tempo.
Arrivati a Paesana, attraverso un ennesimo Colletto si giunge a Barge, indi a seguire i paesi di Bagnolo, Bibiana e finalmente si entra nella Valle Pellice sede della Comunità Valdese e dove arrivando sino a Torre Pellice e risalendo fino ad Angrogna, avrete modo di toccare con mano la storia di questa comunità religiosa che solo nel 1848 giungeva ad essere riconosciuta come entità di esseri umani.
I Valdesi, pur con le dovute discriminanti, vengono ritenuti da noi Catari i nostri fratelli più vicini, avendo essi patito nel loro percorso, le più assurde persecuzioni, lasciando sul terreno al nostro pari, altrettanti fratelli uccisi sui roghi e torturati esecrabilmente per la loro fede religiosa.
Un bel percorso, questo che vi proponiamo, che vi permette di avvicinarvi ai luoghi in cui il Catarismo Italiano ha avuto una notevole importanza e dove pur essendo convinti i suoi detrattori di averlo distrutto, si è invece perpetrato nel tempo, attraverso una tradizione orale che tuttora, pur rimanendo celata ai più, continua ad esistere.
Buon viaggio e Bene a Voi
Robert de Marselha |
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